… di covid

… Ed alla fine eccolo qui.

È arrivato anche in casa nostra, è arrivato di soppiatto come un banale raffreddore stagionale.

YAdult soffiava il naso a mo’ di cavernicolo già da un paio di giorni, io sicura di aver indossato un maglioncino troppo leggero per un’uscita serale prendevo atto del mio solito mal di gola e naso chiuso stagionale.

Outako iniziava anche a lei a gocciolare il naso, ma ecco che una mattina si sveglia con la febbre, non altissima, nemmeno arriva a 38.

Mmh… Ok dai facciamo dei tamponi casalinghi, li abbiamo acquistati apposta per togliere dei dubbi.

Fu così che venne fuori che io e i ragazz* eravamo positivi, Marito no.

Il mio pensiero corse subito al fatto che nei giorni di ripresa scolastica e lavorativa avevamo indossato sempre le mascherine ffp2.

Il giorno dopo andammo tutti in gita nella farmacia dove venivano eseguiti i test rapidi ed ecco che tutto viene confermato.

Il vero isolato è Marito, l’unico negativo.

Adesso siamo tutti in casa, fruitori di serie tv, gaming e di Dad in attesa del tampone di guarigione.

Sono qui ad inventare piatti ed a cercare di compilare un’esaustiva lista della spesa a marito.

Pinterest aiutami tu.

… di insonnie

Ultimamente non dormo benissimo, di solito andavo a letto tardi, anzi tardissimo appunto per poter fare una tirata unica sino al suono della sveglia.

Quando mi sveglio per almeno un’ora non c’è verso di riprendere il sonno.

A nulla vale rimanere in posizione da dormiente, ogni tanto leggo a volte guardo il cell, poi mi alzo faccio un giro e ritorno ed aspetto di nuovo il sonno.

Sono ore buche di notti lunghe.

Mi ha sempre infastidita svegliarmi dal sonno, che i nuovi anta siano precursori anche di questo fastidio oltre a quelli articolari?

Come si cambia, il tempo scorre e se pur impercettibile i cambiamenti arrivano senza poter far nulla.

… di stare

Dopo un lutto la domanda più frequente è “come stai?”

Non lo so come sto.

Non c’è quella profonda tristezza e mancanza di cinque anni fa, c’è serenità, ma nello stesso tempo è rimasto del sospeso.

Sento con più rilassatezza le ambulanze che transitano con le sirene, una delle mie paure era che una di queste ambulanze di passaggio fosse diretta da lei e riuscissero ad avvertirmi solo dopo.

Non considero più gli squilli dell’ormai inutile linea fissa, era rimasta solo lei a chiamare, ormai sono rimasti solo i call center ed I testimoni di Geova.

Le decisioni sulle sue cose sono state approvate senza nessun problema da mio fratello e perciò tutto è lasciato in mia gestione con tranquillità.

Eppure come sto?

Non lo so.

Caratterialmente non sono una che si strappa i capelli e va in crisi o esibisce la lacrima facile, ma non sono così forte e quello che mi spiace è che anche chi è vicino a me pensa invece che lo sia.

La mia me scazzata e silenziosa è presa per lunatica, non è contemplato valutare il fatto che forse mi sento triste seppur non in modo plateale.

Non dovrei mettere dei cartelli, chi mi è vicino forse dovrebbe capirlo.

Ma tu se non lo dici gli altri come fanno a capire, non hanno la sfera magica.

No, ma io sono stanca di parlare di me.

Ecco come sto.

Stanca di spiegare.

Ciao mamma

Passo su queste pagine dopo moltissimo tempo per imprimere una tacca di vita.

La mia mamma è mancata ieri sera, il suo tempo era arrivato e lei che spesso diceva di voler andare nella casa dopo la ferrovia era stanca.

Una strana serenità mi ha avvolta, la certezza di aver fatto quello che potevo, di esserci amate in un modo a volte incompreso, ma di averci fatto pace.

Ciao mamma e non iniziare subito a rompere le balle al papà.

… di saggezza in pillole

Succede che glitter girl sia da un mese e mezzo in vacanza, ho richiesto congedo parentale covid e ci siamo godute il nostro posto del cuore.

In mezzo ai monti la Glitter girl coltiva le sue amicizie ed allunga di un’ulteriore quarto d’ora il coprifuoco serale.

Lei è la piccola del gruppo e fa sorridere come al nome degli amici segua 08-07-06 ovvero l’anno di nascita.

Il top si è raggiunto un pomeriggio in cui sono stata invasa dal gruppone, si sono accomodati, ascoltato musica e le femmine si acconciavano i capelli, mentre i maschi facevano i maschi.

Una vocina cristallina ad un certo punto ha esclamato: Diglielo che è bella, non devi mica vergognarti. Se per te è bella glielo devi dire, ad una ragazza piace sentirselo dire.

Ah ok… Ha ancora dieci anni sì?