…di anniversari

Ieri son stati venticinque anni di matrimonio.

Una bella e soleggiata giornata di Ottobre.

Il mio amato abito che sceglierei ancora insieme a colui che mi attendeva all’altare.

L’arte del matrimonio di Peterson

La felicità nel matrimonio non è qualcosa che semplicemente accade
un buon matrimonio deve essere creato.
In un matrimonio le piccole cose sono le più grandi …
e non si è mai troppo vecchi per tenersi mano nella mano.
E’ ricordarsi di dire “ti amo” almeno una volta al giorno.
Non è mai andare a dormire arrabbiati.
E’ mai darsi per scontati l’un l’altra;
perché le attenzioni non finiscano con la luna di miele,
ma continuino giorno dopo giorno, negli anni.
E’ avere in comune valori e obiettivi.

E’ stare in piedi insieme di fronte al mondo.
E formare un cerchio d’amore che accoglie in tutta la famiglia.
E’ fare le cose l’uno per l’altro, non per dovere o sacrificio,
ma con spirito di gioia autentica.
E’ apprezzare con le parole, dire grazie con modi premurosi.
Non è alla ricerca della perfezione nell’altro.
E’ coltivare la flessibilità, la pazienza,
la comprensione e l’ironia.
E’ avere la capacità di perdonare e dimenticare
e creare un ambiente in cui ciascuno può crescere.
E’ trovare spazio per le cose dello spirito
e della ricerca comune del bene e del bello.
E’ stabilire un rapporto dove l’indipendenza,
la dipendenza, e l’obbligo sono alla pari.
Non è solo sposare la persona giusta, è essere la persona giusta.
E’ scoprire ciò che il matrimonio può essere, nel meglio.

…di unagioia

Successe ormai tanti anni fa con l’allora piccolo Prince.

La storia di ripete con la Fr@, in quinta scuola primaria è arrivata una nuova maestra.

Autorevole ed a tratti intrasigente e severa, ma subito amata dai bambini e da me.

Di altre mamme non posso dir nulla, perchè avendo orari diversi mi salvo dal crocchio che si forma davanti al cancello scolastico, ma alcune si sono trovate spiazzate perchè non accetta più fotocopie di pagine di quaderni dimenticati a scuola e recuperati tramite whatsapp, non accetta più compiti non svolti “perchè non ho capito, l’abbiamo spiegato in classe se non avevi capito me lo dicevi”

L’obbiettivo è renderli responsabili.

Quello che la precedente insegnante non è riuscita o non ha voluto fare nei tre anni precedenti, perchè urlare a caso ha solo fatto capire alla classe che “tanto urla sempre”.

Questa nuova insegnante invece fa sentire il peso della sua autorevolezza e già in un mese di scuola, parole delle altre insegnanti di classe, il gruppo è cambiato.

Sarà un anno bellissimo.

… Di essere codardi

Sono una codarda, la mamma perde rapidamente la memoria breve, racconta fatti del vicino di casa aggiungendo e modificando particolari che cambiano ogni settimana. Ha comprato chili e chili di frutta dicendo poi che siamo noi figli a prenderla e portargliela. Idem con la pasta o altre cose che lei consuma, a volte cambia marca e poi non ricordandosene dice che siamo noi a scambiare la nostra con la sua.

Io a volte rimando il momento di passare a casa sua, so già tutta la liturgia che mi aspetta.

Sono una codarda che vorrebbe forse sua a letto inferma, ma con la mente sana piuttosto che sentirla così chiusa in quei quattro pensieri ed argomenti a ripetere gli stessi discorsi.

Lei dice sempre che la vecchiaia è brutta, ma non arrivarci è peggio.

Nemmeno arrivarci così però non è bello.

… Di misurare l’amicizia

In quinta elementare uno dei metri di misura per l’amicizia è la sim del cellulare.

Se nel cell riciclato dei genitori (oppure nuovo) c’è la sim si è tanto amiche, perché ci si messaggia, si entra nel gruppo whatsapp della classe dei bambini, ci si mandano vocali.

Se non hai la sim… Beh quando te la comprano?

Piccola osservazione :nessuno di questi moderni e giovani genitori era presente lo scorso anno all’incontro sul cyberbullismo.

Però hanno i figli con la sim.