lEstraneo sono otto anni che gioca a calcio, portiere, ha iniziato in tardi età e senza che questo sport in casa fosse seguito, semplicemente ha scoperto in una lontana ormai festa di compleanno che gli piaceva tuffarsi.
Spesso ho scritto di come l’ambiente intorno a questo sport sia pieno di persone che vedono ad ogni incontro di pulcini (otto anni) e di seguito in tutte le altre categorie, una finale di champions league, genitori che trascinano i figli agli allenamenti perchè vorrebbero per loro i fasti della gloria che non sono riusciti a cogliere in gioventù lontane.
La maggior parte delle persone vi parlerà del calcio come uno sport di squadra e utile alla crescita dei ragazzi, ma non vi diranno mai che se l’allenatore osa far giocare due minuti in più un ragazzo piuttosto che un altro i genitori saranno pronti a gridare al complotto, senza contare quello che si urlano gli adulti tifosi quasi ad arrivare a minacce fisiche.
Nessuno ammetterà volentieri il fatto che 13 anni ci sono già i procuratori che dietro pagamento spingono ragazzi verso squadre prestigiose, il genitore che aspira alla gloria pagherà i mille più duemila e oltre euro per sperare di gonfiarsi il petto con il nome della squadra pluri blasonata e se poi l’anno successivo non verrà confermato si parlerà di una mancata crescita fisica o tattica, con tanti ringraziamenti e ritorno alla squadretta locale.
Negli ultimi anni lEstraneo è davvero cresciuto molto a livello calcistico, ha sempre trovato preparatori che tecnicamente e anche emotivamente gli hanno dato molto, si è conquistato sul campo partita dopo partita la fiducia dei vari allenatori e dei compagni perciò questa settimana leggendo i complimenti del giornalista locale che ha scritto la cronaca dell’incontro lui ne è stato orgogliosissimo.
Però quando ho letto l’articolo, oltre ad essere contenta per lui e per i suoi sacrifici, non ho potuto non indignarmi per la perla di resoconto del giornalista che forse non ha capito bene come dosare i giudizi, non verso lEstraneo, ma verso il portiere avversario.
Parole dure il cui succo era che il Mister doveva cambiare portiere per sperare in un risultato migliore.
Sinceramente, se io fossi stata il genitore interessato sarei andata alla sede del giornale a parlare con questo “signore”, ci rendiamo conto che era una partita di quindicenni? Ci sono mille parole da usare per non ferire le persone, non ha pensato il “grande giornalista” che forse già il ragazzo magari si era reso conto che qualcosa era andato storto? E poi ci ricordiamo anche che sono undici ragazzi in campo e che è un gioco di squadra?
Sui giornali in questo periodo è un continuo leggere di disagio giovanile, di ragazzi che si suicidano o di disturbi alimentari, tutti a dire la società, i media eppure sempre si leggono critiche senza che il filtro del buon senso venga usato, senza che niente venga davvero ridimensionato.
Ero davvero indignata! Una mancanza di rispetto verso ragazzi che si allenano duramente con qualsiasi condizione climatica avendo solo la grande passione per un pallone senza nessun ritorno economico, che a questa età nessuno percepisce un euro non è un lavoro.
Anno dopo anno in me cresce la convinzione che sì forse una volta poteva anche essere un bellissimo sport per i ragazzi, ma come tante altre cose l’adulto riesce a rovinarlo.