…della bella serata

Negli ultimi anni non sono uscita tantissimo con amiche esterne al blog, vuoi perchè lavorandoci insieme non ne sentivamo l’esigenza, vuoi anche che le amiche blog certificate100% come Denominazione Amicizia Sicura Blog mi mettevano al riparo da incertezze o  incomprensioni e mi sentivo libera di togliere la maschera.

Specie con la mia amicaG non sentivamo l’esigenza di vederci perché semplicemente “ci siamo” una per l’altra, a parte quelle due o tre cene l’anno nelle case di entrambe.

Nell’ultimo periodo ci siamo strette di più intorno ad amicaS che dopo due anni di cantiere matrimoniale ha capito che niente da fare, la struttura del mulino bianco era inevitabilmente compressa e nonostante la fatica e il tempo dedicato alla ricostruzione ormai l’unica soluzione era abbandonare il cantiere e ricostruire da un’altra parte.

Quindi complice una CI sempre più presente, sono arrivate colazioni insieme a chiacchierare su quanto possono essere delicate le questioni di cuore, poi una cenetta tra colleghi in occasione delle ferie estive,altre colazioni improvvisate in cinque minuti, così siamo arrivate a venerdì.

Noi tre “anta” con l’aggiunta di nipote di G, una ragazza nel pieno della fioritura, una venticinquenne di una bellezza disegnata da un pittore e dall’animo delicato e anche tormentato sempre per via di questo “cuore innamorato” che tanti scompigli crea a noi donne.

Siamo andate a prendere l’aperitivo in un bar molto in voga in questo periodo (il successo è tangibile dal fatto che il loro giorno di chiusura è la domenica) e che si trova abbastanza vicino al ristorante giapponese, tanto che una volta parcheggiata l’auto non l’abbiamo più toccata sino al momento di tornare a casa.

Il ristorante è molto elegante e dall’arredamento semplice che dona all’occhio subito una sensazione di ordine e pulizia. Nipote di G essendo cliente abituale ci ha fatto da cicerone nella scelta dei piatti; abbiamo iniziato con dei bastoncini di pasta fillo fritta con all’interno del gambero, credetemi che non ho nemmeno dovuto pulirmi le mani di olio non ve n’era nemmeno una piccola goccia, semplicemente strepitosi!

Siamo poi passate a del salmone con crema di lime e salsa si soia, ricettina da poter utilizzare come alternativa al classico condimento olio e limone che di solito fa capolino nei pranzi natalizi.

Il temaki, che io non ho mangiato perchè detto in modo molto terra-terra l’alga fuori non  mi piace e poi è stato tutto un tripudio di nighiri e di maki, tutti i nomi non me li ricordo, ma l’emozione più forte è stata quando ho mangiato il rotolino con all’interno il gambero fritto.

Nipote di G ci spiegava che molti considerano l’altro giapponese un gradino in più, però secondo lei qui grazie al fatto che il riso è lasciato leggermente indietro come cottura è molto più digeribile.

Le abbiamo dato ragione perché dopo aver mangiato il mondo, il tempo di fare una passeggiata il senso di pienezza era scomparso.

Sicuramente un posto dove ritornare.

Ieri a pranzo davanti al pur buonissimo pollo alla spiedo e alla mia insalata preferita (songino) per un attimo mi sono sentita un po’ triste al pensiero del menù della sera precedente.