Il lavoro è finito, sino al 27 agosto saremo chiusi per ferie e poi…poi si vedrà, parlano di bilanci in perdita, di commesse a prezzi sempre più bassi, degli operai che costano troppo, di assenteismo e di crisi e basta siamo in ferie.
Ieri sera cena in un cino/jappo della zona, eravamo in dieci noi quattro amiche presenti e altri colleghi ancora “normali” visto gli ultimi standard umani.
Amica G è fedele cliente di un bar di pianura ed ha prenotato l’aperitivo per aspettare l’ora consona della cena.
Le ragazze del bar hanno preparato un mondo di roba, pizzette, focaccia, frittata con cipolla famosa della zona, insalata di riso e insalata di patate e fagiolini più patatine varie, ma la scoperta più interessante è stato questo vino due buon bicchieri da bere e gustare in ozio solenne e chiacchiere inutili e volatili.
Ancora perfettamente salde sui tacchi ci siamo spostati tutti al ristorante, uno di quei mix di moda adesso, un jappo-cinese che strizza l’occhio anzi due agli italiani.
Avete presente una sala mensa? ecco il concetto è quello ognuno prende il piatto e si serve di quello che vuole, abbuffata a 15 euro escluso il bere.
Tutto il modo del fritto cinese, antipasti freddi, spaghetti di riso e soia, carne calda, sushimi e nighiri a volontà e poi la parte del pesce e carne fresca, si applica molletta (con numero di tavolo)sul piatto prendi ciò che interessa, lo posi sulla mensola davanti alla cucina e i cuochi grigliano e ti riportano a tavola il piatto.
Si può mangiare sino a scoppiare, ovviamente per evitare sprechi se uno si serve di cinquanta spiedini di gamberi e poi ne lascia quarantotto pagherà un sovraprezzo.
Per lavarsi la coscienza ci sono anche insalate e frutta 😉 e dolci.
Al momento del conto dopo aver pagato, la proprietaria ha offerto grappa o altro liquore.
Dopo in numero ridotto abbiamo optato per una passeggiata in centro città e dieci minuti dopo la mezzanotte la sottoscritta rientrava in casa e conscia che la sua pelle da quarantenne si sta tenendo con le unghie in tiro si è persino struccata anche per evitare di far diventare azzurro kiko la sua federa di cuscino.