A volte sul lavoro con Amiche ci guardiamo intorno ed arriva forte la sensazione di essere “noi” quelle sbagliate.
AmicaS ” secondo me viviamo nel posto sbagliato, la nostra apertura mentale, la nostra intelligenza, il nostro maturare come donne non si uniforma a questo piccolo mondo”
AmicaG “certo infatti ci siamo scelte, e in tutti questi anni nonostante non ci frequentiamo spesso al di fuori, sappiamo che possiamo contare su una o sull’altra e che le confidenze rimangono tali”
IO ” so solo che mi sono stancata di essere sempre accomodante e non allungo più i passi, se va bene sono così altrimenti sciò”
L’amica di cui ogni tanto parlo è tornata a camminare con sguardo distante, con in faccia scritto il pensiero “nessuno si fida di me, tutti ce l’hanno con me” Dopo che all’inizio degli esami di Prince le avevo accennato agli armadietti (siamo vicine) appunto dell’inizio e non avendo ricevuto risposta se non uno sguardo sfuggevole e sorriso tirato, la settimana dopo arriva giuliva “allora è iniziata la prova di italiano?L’ho sentito in tv” “no, guarda, la notizia riguardava la maturità, oggi ha l’orale te l’avevo detto che aveva già iniziato” Da allora saluta a malapena passando con sguardo asciutto e bocca stretta intorno ad una espressione tirata.
AmicaG dice che bisogna portare pazienza è una persona malata.
No, io mi sono stancata di portare pazienza. Lei si è resa conto di non star bene ed invece di continuare a fidarsi di noi amiche che l’abbiamo sempre sostenuta anche a volte giustificandola per i suoi strani comportamenti, ormai a stretto un’alleanza tra sorelle con due che sanno parlare solo di morti, malati, sfighe familiari e spese settimanali.
Io non mi sento sbagliata, penso anzi di essere stata molto paziente e sincera, però sì a volte mi sento nel posto sbagliato, anche se è vero che ogni luogo riserva sempre degli imprevisti.
Una cosa è certa se un indomani non dovessi più avere un lavoro fisso, direi a marito di fare domanda e via di trasferirci in un posto climaticamente più simpatico della pianura afosa.