giro a vuoto

Stamani mi reco nell’ospedale della vicina città lomellina per fare gli esami mensili di routine.

Le infermiere dell’accettazione sono molto sveglie e grintose e quindi il gran popò di gente che aspettava mi ha stupito, entro e sento che la "capa" è attaccata al telefono furibonda perchè le linee non funzionano ednon essendoci linea non riescono a stampare i codici per le provette del sangue.

Di solito le gravide passano per prime, ma una delle infermiere mi guarda e mi dice che forse è meglio che aspetti con il numerino (avrei dovuto aspettare 30 persone) o al limite se la linea si sbloccava mi avrebbe fatta passare; perchè  visto che per ogni persona ci volevano quasi dieci minuti per stampare i codici temeva un sollevamento di proteste.

Mi sono girate le scatole, ma cosa avrei dovuto fare? il fatto di farci passare non è una legge è solo una corsia preferenziale facoltativa; certo nessuno dei vecchietti o giovani lì vicini che ha sentito si è offerto di farmi passare.

Comunque mi siedo, ma dopo mezz’ora vedendo che la cosa non si sblocca decido di alzarmi e tornarci domani perchè se aspettavo ancora un po’ avrei riversato i miei succhi gastrici nella sala.

Tutto questo raccontone per riflettere sul fatto di come ormai quasi tutto dipenda dalla tecnologia e da una linea computerizzata che se non funziona blocca il lavoro di un ospedale, certo qui la frase fatta "era meglio una volta" ci cade a pennello…ma penso che in effetti quando si usava la biro se finiva l’inchiostro bastava prenderne un’altra dal cassetto.

…..aprendo il Bennet alle nove non ho potuto nemmeno consolarmi con un giretto sfizioso

rete_computer